Your Money Your Life e Google: cos’è e come gestire i contenuti
Fake news, informazioni fuorvianti, testi completamente generati da AI senza alcun controllo o revisione, sistemi di fact checking in crisi… Oggi è sempre più difficile distinguere un contenuto semplicemente ben scritto da uno realmente affidabile, per noi lettori ma anche per Google, e quando si parla di salute, soldi o scelte personali rilevanti la differenza può avere conseguenze serie, anche fuori dallo schermo. È per questo che il motore di ricerca ha introdotto il concetto di YMYL – Your Money or Your Life, che definisce e categorizza una tipologia specifica di contenuti e pagine web, che trattano appunto tematiche delicate e potenzialmente “pericolose”, soprattutto per il peso che quelle informazioni potrebbero avere sulle decisioni di chi legge. Capire come funziona questa classificazione, quali sono i criteri adottati nei processi di valutazione, quali implicazioni ha per la SEO e cosa chiede davvero Google ai creatori di contenuti è oggi essenziale per chiunque lavori in progetti editoriali o comunque pubblicazioni online, perché in questi topic YMYL non c’è spazio (o, almeno, non ci dovrebbe essere) per informazioni poco affidabili e scarsamente utili.
Che cos’è YMYL, Your Money or Your Life
YMYL, acronimo di Your Money or Your Life, è la sigla che Google utilizza per identificare i contenuti online che, se inaccurati o non affidabili, possono incidere in modo significativo sulla vita degli utenti.
Il concetto viene esplicitato nelle Search Quality Rater Guidelines e rientrano in questa classificazione le informazioni che possono influenzare la salute, la stabilità finanziaria, la sicurezza personale o il benessere collettivo. Per queste pagine, Google richiede ai suoi quality rater criteri qualitativi più severi rispetto agli altri contenuti, poiché l’impatto di un errore può avere conseguenze concrete, misurabili e, in alcuni casi, dannose.
In linea generale, si parla di contenuti YMYL quando le informazioni presenti su una pagina web possono influire direttamente sul benessere fisico o psicologico degli utenti, sulla loro condizione economica o sulla sicurezza personale – i soldi o la vita, come sintetizzato dall’acronimo. Non si tratta solo di testi esplicitamente medici, finanziari o legali, ma anche di articoli, video, recensioni o testimonianze in grado di incidere sulle scelte immediate o a lungo termine delle persone, perché non si limitano a informare, ma possono alterare la percezione della realtà, orientare decisioni delicate o alimentare convinzioni errate.
Secondo Google, il potenziale impatto di un determinato contenuto non è sempre evidente né misurabile in modo univoco. Ciò che può sembrare innocuo in un contesto generico – come un’opinione condivisa su un forum – può diventare pericoloso se trattato con apparente autorevolezza su una piattaforma che gode di fiducia o visibilità ampia. Per questo motivo, il concetto di YMYL non si applica solo in senso tematico, ma coinvolge anche l’intento informativo, il tono, le modalità comunicative e le implicazioni che l’informazione ha nella realtà concreta.
Cosa significa Your Money Your Life per Google
Comprendere cosa Google intenda con YMYL significa entrare nel cuore della logica di selezione algoritmica e redazionale e significa, soprattutto, saper riconoscere quando un contenuto impone standard superiori di accuratezza, trasparenza, competenza e responsabilità, sia nella scrittura che nella gestione.
L’espressione compare per la prima volta all’interno di una versione preliminare delle Search Quality Evaluator Guidelines di Google, intorno al 2013. La sigla, che letteralmente significa “la tua vita o i tuoi soldi”, fu scelta per identificare le pagine in grado di produrre un impatto sostanziale negativo nella vita quotidiana degli utenti. Finanza, salute, sicurezza, ma anche felicità, informazioni legali, nutrizione e così via: fino all’aggiornamento delle Quality Rater Guidelines di luglio 2022 c’era un vero e proprio elenco delle molteplici tipologie di contenuti YMYL presenti online, facendo rientrare in questa definizione tutti gli argomenti che possono o potrebbero provocare un effetto di qualsiasi entità sulla vita e sulla felicità delle persone.
All’epoca lo scenario era già segnato da un aumento esponenziale di contenuti pubblicati online su temi sensibili come salute, investimenti, notizie e politica: per arginare il rischio che informazioni inaccurate ottenessero visibilità pari (o superiore) a quelle corrette, Google introdusse l’esigenza di una valutazione qualitativa più severa per questi topic.
Nel corso degli anni, con l’evoluzione dell’algoritmo e dei metodi di analisi semantica, il concetto è stato ridefinito e aggiornato più volte e Google lo ha slegato da topic specifici, rendendolo quindi più generale. Dal cosiddetto Medical Update del 2018 all’introduzione del framework E-A-T prima, ed E-E-A-T poi, fino alla riformulazione degli ultimi tre anni, il principio è rimasto invariato: riconoscere i contenuti capaci di influenzare decisioni a elevato impatto e valutarli con maggiore rigore. Nelle versioni più recenti, Google ha abbandonato l’etichetta statica di “pagina YMYL” per concentrarsi esclusivamente sui temi e sul possibile danno che può derivare da un contenuto mal gestito.
Quando un contenuto diventa “Your Money or Your Life”
Non esiste una lista chiusa né un criterio di selezione rigido per definire cosa rientri nel perimetro YMYL.
Come si legge nel documento ufficiale, una pagina viene considerata tale quando le informazioni in essa contenute potrebbero influenzare la vita, la salute, la stabilità finanziaria o la sicurezza degli utenti in modo significativo, soprattutto se non accurate, incomplete o trasmesse da fonti non affidabili.
Questo non implica che ogni contenuto sui temi della salute, della finanza o della sfera sociale debba per forza essere classificato come YMYL. Il punto centrale è l’impatto: una descrizione generica di sintomi lievi (senza scopi diagnostici) avrà un peso diverso rispetto a un articolo che suggerisce trattamenti autonomi per una patologia complessa. Allo stesso modo, non basta citare concetti finanziari per trasformare un contenuto in YMYL se non vi è un intento esplicito di dare consigli o orientare investimenti.
A influenzare la valutazione, quindi, è la combinazione di variabili: la delicatezza del tema, l’autorità apparente del contenuto, la responsabilità percepita dell’autore e il rischio potenziale per l’utente che segua quanto scritto. Un innocuo post su un’esperienza personale può diventare problematico se viene presentato come guida generale, mentre un contenuto tecnico – redatto in modo trasparente, con fonti citate e limitazioni chiare – può affrontare temi sensibili mantenendo un profilo accettabile.
Google e contenuti YMYL: criteri tematici e funzionali
Quando le linee guida parlano di “contenuto YMYL” si riferiscono all’idea che un’informazione, anche solo apparentemente neutra, possa diventare dannosa se letta in un contesto sbagliato, presentata come autorevole o condivisa da utenti vulnerabili.
L’inquadramento YMYL richiede dunque una responsabilità aggiuntiva nel modo in cui vengono elaborate e presentate le informazioni. Per Google, questo tipo di contenuto ha bisogno di un livello superiore di accuratezza, trasparenza, verificabilità e affidabilità, ben al di sopra di quello richiesto per le normali pagine editoriali. Il processo di classificazione viene gestito secondo una serie di criteri oggettivi, ma applicati in modo contestuale: vale il contenuto, ma anche la forma, il tono e il destinatario.
Per decidere se un contenuto rientri nel perimetro YMYL, Google parte dall’analisi dell’argomento trattato, incrociandolo con il tipo di funzione che quella pagina esercita sui lettori. I due elementi — tema e intento — vengono valutati congiuntamente, perché un’informazione assume peso diverso a seconda di come viene presentata.
È quindi la funzione del contenuto, unita al modo in cui l’informazione viene presentata, a determinare il livello di rischio associato.
Google stesso distingue tra contenuti informativi, divulgativi, esperienziali, promozionali e transazionali. Un sito che parla di salute mentale attraverso narrazioni personali in un contesto di supporto può non essere considerato YMYL nello stesso modo di una piattaforma che fornisce consigli medici, anche se entrambi trattano lo stesso argomento. Allo stesso modo, una recensione di servizi finanziari firmata da un utente non qualificato – ma percepita come consulenza – può avere un impatto diverso rispetto a una reale consulenza prudenzialmente redatta e firmata da un esperto.
La distinzione tra tema e tipo di contenuto è quindi essenziale. Non basta infatti valutare il “what” (di cosa si parla), ma anche lo “how” (come lo si tratta) e il “why” (con quale scopo informare, guidare o convincere). È questa distinzione a influenzare l’analisi degli algoritmi e l’intervento umano dei quality rater, ed è da qui che parte qualsiasi valutazione operativa nella gestione della SEO per contenuti a rischio.
I temi maggiormente esposti includono ambiti nei quali una decisione errata può portare conseguenze tangibili: salute, finanza, diritto, sicurezza pubblica, informazione legata ai diritti civili o ai processi democratici. Su questi fronti, anche una lieve imprecisione può alterare le scelte, le abitudini o la percezione della realtà da parte dell’utente.
La funzione del contenuto, però, è ciò che completa la valutazione e Google distingue tra pagine progettate per informare, guidare, consigliare, vendere o persuadere. Un testo informativo può affrontare lo stesso argomento di un contenuto promozionale, ma viene trattato in modo diverso a seconda del tono, della struttura e delle aspettative generate. Quando il contenuto è costruito in modo da suggerire una condotta — un acquisto, un’azione, una diagnosi o una presa di posizione — la rilevanza del suo impatto cresce, e così il livello di attenzione richiesto.
Le categorie di rischio che incidono sulla valutazione
La definizione di YMYL si articola in una valutazione del potenziale danno associato al contenuto. Google guida i suoi quality rater a identificare quattro categorie di rischio principali, che rappresentano aree in cui le informazioni devono essere trattate con standard particolarmente severi.
La prima riguarda la salute e la sicurezza, includendo qualsiasi contenuto che possa influenzare lo stato fisico, mentale o emotivo di un individuo. Google richiede che queste pagine rispecchino il consenso scientifico consolidato ed esclude tolleranze nei confronti di affermazioni non verificate, rimedi improvvisati o linguaggi ambigui.
Segue l’area della stabilità finanziaria: rientrano qui investimenti, consigli su mutui e debiti, suggerimenti legati alla gestione del denaro, ma anche recensioni di prodotti che possono condizionare scelte economiche importanti. L’esperienza o l’utilità percepita non sono sufficienti se non vengono supportate da basi solide e contenuti tracciabili.
Terza area: l’impatto sulla società. Il contenuto viene valutato in base alla sua capacità di influenzare l’opinione pubblica, alimentare sfiducia nelle istituzioni, diffondere teoria del complotto o polarizzare dibattiti su temi sensibili. I danni osservabili non riguardano solo l’individuo, ma anche l’equilibrio collettivo.
Il quarto segmento è quello generico, che Google etichetta come “altro”: raccoglie tutte le situazioni ibride in cui il contenuto può influenzare la vita e il benessere delle persone. È qui che trovano spazio argomenti come educazione, trasporti, alimentazione, sicurezza domestica e tutti quei temi che, in certe condizioni, assumono rilevanza decisiva per chi li legge.
La valutazione su scala: chiaro YMYL, incerto YMYL, contenuto neutro
Il giudizio non è binario: la classificazione YMYL è un processo sfumato, che colloca i contenuti su una scala graduata di attenzione. Il rischio viene ponderato non solo in base al tema e alla struttura, ma anche in relazione al contesto editoriale, alla reputazione dell’autore e alla possibilità che l’utente agisca su quanto letto.
Il contenuto viene considerato “YMYL evidente” quando ha per oggetto un tema sensibile, include informazioni che orientano direttamente il comportamento del lettore, viene presentato come guida, consiglio o dichiarazione qualificata e prevede un impatto concreto — anche potenziale — su decisioni reali.
Il “potenziale YMYL” si riferisce invece a contenuti borderline, ovvero testi che, pur non avendo l’esplicita intenzione di condizionare l’utente, possono produrre effetti negativi se mal interpretati o presi come autorevoli. Pagine che parlano di salute mentale, diete, educazione dei figli o sicurezza digitale ricadono in questa zona grigia, che invita a una doppia cautela.
Infine c’è lo spazio dei contenuti considerati non pertinenti al tema YMYL. Qui trovano posto le pagine d’intrattenimento, lifestyle, notizie di costume, guide non tecniche, opinioni personali non presentate come verità o raccomandazioni. Questo non significa che tali contenuti possano essere gestiti con sciatteria, ma che non è richiesto il livello elevato di precisione di cui le pagine YMYL hanno bisogno.
Your Money Your Life, la definizione ufficiale di Google
Più nello specifico, Google spiega che gli argomenti YMYL rientrano in uno spettro, nel senso che non esiste solo un topic bianco o nero, ma appunto una varietà di sfumature all’interno di cui si inserisce una pagina che tratta il tema.
Per valutare se il topic è chiaramente YMYL, certamente non YMYL o “una via di mezzo” bisogna considerare se può avere un impatto significativo o danneggiare uno o più dei seguenti elementi:
- La persona che sta visualizzando o utilizzando direttamente il contenuto.
- Altre persone influenzate dalla persona che ha visualizzato il contenuto.
- Gruppi di persone o società influenzate dalle azioni delle persone che hanno visualizzato il contenuto.
Rispetto al passato, ora spicca il riferimento a “welfare e benessere” della società, che sembra accennare a qualcosa di molto più ampio: in questo “ombrello” possono rientrare ad esempio solo le teorie del complotto, menzionate peraltro anche nelle edizioni precedenti delle linee guida, ma anche un’ampia e vasta categoria di cose che stanno avendo un impatto sulla società odierna, come la disinformazione sui vaccini, le false cure delle malattie o le questioni politiche o elettorali che hanno visto il dilagare campagne di disinformazione in alcuni Paesi.
Quali sono gli argomenti YMYL per Google
I contenuti classificabili come YMYL non appartengono quindi a un elenco statico, ma ricadono in un insieme di ambiti nei quali l’informazione può incidere, in misura più o meno diretta, sul benessere privato delle persone o su dinamiche collettive di rilievo pubblico. La rilevanza del singolo argomento si misura sulla base di quanto il contenuto possa influenzare decisioni critiche, generare conseguenze pratiche o alterare comportamenti individuali.
Google descrive queste aree con un approccio perimetrale: non si limita a elencare i settori, ma invita a valutarne l’effetto sul lettore in condizioni normali di consultazione. Come già detto, l’utilizzo dell’etichetta YMYL, quindi, non dipende dalla categoria editoriale del sito, ma dal tipo di contenuto ospitato e dalla capacità concreta di intervenire sulle scelte dell’utente.
Queste sono le principali aree di rischio identificate in modo esplicito o implicito nelle linee guida: ciascuna ha caratteristiche specifiche e richiede a chi crea contenuti un approccio mirato alla responsabilità informativa.
- Contenuti legati alla salute, alla medicina e al benessere mentale
Qualsiasi informazione che riguarda la prevenzione, la diagnosi, il trattamento o la gestione di condizioni mediche viene considerata altamente sensibile. Google include in questa categoria anche articoli su alimentazione, farmacologia, disturbi psicosomatici, supporto psicologico e salute mentale. Non fa differenza se la fonte parli in termini generici o offra indicazioni pratiche: ciò che conta è l’effetto che questa informazione può avere sulle scelte comportamentali dell’utente.
L’aspettativa di accuratezza, in questi casi, è elevata: chi accede a questi contenuti potrebbe cercare conferme, alternative al supporto sanitario o soluzioni a disturbi percepiti. Il rischio principale è che indicazioni poco documentate o fuorvianti inducano a trascurare l’intervento di un esperto o a intraprendere azioni inadeguate, con conseguenze concrete per la salute.
- Argomenti di natura economica e finanziaria
Le pagine che forniscono consigli, spiegazioni o strumenti decisionali in materia economica ricadono quasi sempre sotto la lente YMYL. Questo riguarda non solo i contenuti tecnici — come analisi di prodotti bancari, strumenti d’investimento, consulenze su mutui o piani pensionistici — ma anche quelli che toccano la sfera delle dinamiche quotidiane, come la gestione delle spese, le tasse, il credito al consumo o il risparmio personale.
Un’informazione inaccurata in questi ambiti può generare danni patrimoniali, scelte compromettenti o indebitamento involontario. Il contenuto, dunque, deve essere scritto o validato da chi dispone di conoscenze solide, e presentato in modo tale da chiarire limiti, presupposti e contesto normativo. Non è sufficiente informare: serve dimostrare responsabilità rispetto alle possibili ripercussioni.
- Temi che riguardano la sicurezza fisica o digitale dell’individuo
Un contenuto viene ricondotto all’area YMYL anche quando fornisce indicazioni che, se seguite in modo imprudente, possono esporre a pericoli diretti. Le situazioni più chiare includono le guide per agire in scenari d’emergenza (terremoti, incendi, fughe di gas, attentati), ma rientrano anche le informazioni legate alla sicurezza stradale, alla protezione personale o all’incolumità nei contesti sociali.
In epoca digitale, Google ha ampliato questo ambito includendo anche la sfera della cybersecurity. Suggerimenti su come gestire le password, evitare attacchi informatici, riconoscere una truffa o proteggere le proprie credenziali rientrano a pieno titolo nel perimetro YMYL: sono contenuti apparentemente “tecnici” che, una volta applicati, possono prevenire o causare danni gravi.
- Materie legali, normative o collegate alla cittadinanza
Quando un contenuto fornisce informazioni rilevanti per l’accesso a diritti, obblighi o procedimenti legati alla vita pubblica o civile, Google lo considera potenzialmente YMYL. Questo vale per le questioni legate alla dichiarazione dei redditi, al diritto di voto, alla registrazione di documenti, alla creazione di un testamento, all’adozione, alla separazione legale o alla denuncia di reati.
Il punto centrale, in questi casi, non è la complessità giuridica, ma le conseguenze pratiche che può innescare un contenuto ambiguo: perdere una scadenza, avanzare una richiesta invalida, confidare in uno scenario falso. Per queste pagine, Google richiede che sia ben visibile chi ha redatto l’informazione e su quali basi giuridiche si fonda. Il contenuto non deve sembrare un parere professionale se non lo è.
- Informazioni legate a eventi, questioni sociali o impatti collettivi
L’impatto di un contenuto non si misura soltanto sul singolo lettore. Alcuni topic, se trattati senza rigore, possono alterare la percezione di fenomeni sociali, polarizzare il dibattito pubblico o compromettere il funzionamento delle istituzioni. È per questo che Google attribuisce attenzione crescente alle informazioni su elezioni, statistiche sanitarie, situazioni di crisi, referendum, fiducia nei media, gruppi sociali vulnerabili.
Anche in assenza di intenti malevoli, un contenuto mal formulato può intensificare sfiducia, amplificare narrazioni parziali, o legittimare teorie smentite da evidenze. L’attribuzione YMYL, qui, è un invito alla cautela nella scrittura: evitare titoli assertivi, separare i pareri dai dati, contestualizzare le affermazioni, dichiarare fonti e limiti.
- Altri temi rilevanti per la vita personale o decisioni esistenziali
Ci sono contenuti che non parlano direttamente di salute, finanza o giustizia, ma che toccano aspetti chiave della vita: scelte professionali, percorso scolastico, selezione di una struttura familiare, ricerca di alloggio, assunzione di farmaci da banco, decisioni importanti per il proprio futuro.
Se queste informazioni vengono presentate in forma prescrittiva o autorevole — suggerendo cosa sia giusto “fare”, “scegliere” o “evitare” — allora rientrano nella sfera YMYL. Non è il tema a definirne la criticità, ma la sua capacità di orientare decisioni con ricaduta diretta sulla qualità della vita. In questi casi, la cura editoriale fa la differenza: linguaggio equilibrato, dati aggiornati, tono informativo e struttura trasparente segnano la soglia tra contenuto utile e pagina pericolosa.
Quali tipologie di sito sono più esposte al rischio YMYL
Il rischio di trattare contenuti YMYL non nasce solo dalla scelta dell’argomento, ma dipende anche dal tipo di sito che lo affronta e dalla relazione di fiducia che quel progetto intrattiene con il lettore. Ci sono strutture editoriali che, per configurazione tecnica o per assetto comunicativo, si espongono in modo più diretto a errori o valutazioni negative da parte dei sistemi di ranking. Non perché siano inaffidabili per definizione, ma perché la loro natura comporta una soglia più bassa di tolleranza rispetto all’imprecisione, alla superficialità o all’ambiguità.
Google non penalizza un dominio per la sua identità editoriale, ma osserva con particolare attenzione quei progetti che — per forma o funzione — si collocano in aree in cui un contenuto impreciso può trasformarsi in un danno o in una distorsione. Comprendere queste configurazioni tipiche è utile per calibrare le strategie di contenuto, organizzare la macchina editoriale e decidere consapevolmente che tipo di informazioni pubblicare, come firmarle e in che misura migliorarle.
- Blog tematici (salute, finanza personale, benessere, psicologia)
Molti blog verticali, anche ben curati, trattano argomenti ad alto impatto decisionale pubblicando contenuti scritti da professionisti non formalmente accreditati, ma informati. Il problema nasce quando il confine tra opinione personale e informazione utile si sfuma: Google osserva come viene costruita l’autorevolezza, non se è vantata. Blog di nicchia che parlano di dieta, sintomi, terapie lievi o strategie finanziarie hanno bisogno di dichiarare chiaramente finalità, competenza e fonti, altrimenti saranno classificati come contenuti a rischio.
- Portali informativi e testate digitali
Anche siti editoriali esperti, capaci di coprire temi ampi e affidabili, possono incorrere in valutazioni negative se non sostengono adeguatamente le sezioni YMYL. Una redazione forte sul piano dello stile può non bastare: Google vuole vedere firme identificabili, fonti istituzionali, aggiornamenti tracciabili. Quando una testata tratta decine di argomenti, è facile che alcune aree editoriali risultino meno presidiate, e questo vale per guide alla salute, confronti di prodotti medici, sintesi su diritti civili o consigli economico-legali.
- Blog aziendali e contenuti branded informativi
Nutraceutici, assicurazioni, servizi legali, fintech, strutture mediche: sono molte le aziende che hanno investito nella creazione di contenuti informativi legati, anche indirettamente, alla propria offerta. Se il contenuto è scritto internamente e parla di un tema YMYL, Google si aspetta che l’autore sia qualificato o che vi sia una forma di controllo editoriale esplicito. Altrimenti, si legge solo intento promozionale — anche con le migliori intenzioni.
- eCommerce, comparatori, marketplace
Dove si effettuano transazioni collegate a sicurezza, salute o finanza il rischio è doppio: nei contenuti descrittivi e nella fiducia nel processo. Un sito che vende integratori, dispositivi sanitari o farmaci OTC deve garantire non solo che il prodotto sia acquistabile, ma che la descrizione sia responsabile. Lo stesso vale per siti che mettono a confronto tariffe di mutui, prestiti o assicurazioni: una sola keyword sbagliata, o una formulazione fuorviante, può far percepire l’informazione come strumentale e dunque inaffidabile.
- Siti professionali individuali (medici, avvocati, psicologi, consulenti fiscali)
Un sito personale in ambito professionale si espone direttamente al giudizio sull’esperienza dell’autore. Quando il nome compare in SERP abbinato a un contenuto informativo, Google considera la qualità dell’articolo come riflesso della qualità della fonte. Per questo, anche un sito semplice, strutturato in modo statico, necessita di una cura particolare: pagina dell’autore visibile, bio verificabile, linguaggio tecnico con toni prudenziali, dati aggiornati. Se manca anche solo uno di questi elementi, il contenuto rischia di non essere considerato affidabile, per quanto preciso.
Come individuare un topic YMYL
E così, i topic YMYL sono tali se possono avere un impatto diretto e significativo sulla salute, la stabilità finanziaria o la sicurezza delle persone, o il benessere o il benessere della società, per i seguenti motivi:
- L’argomento stesso è dannoso o pericoloso – ad esempio, esiste un danno chiaro e presente direttamente associato ad argomenti relativi all’autolesionismo, ad atti criminali o all’estremismo violento.
- L’argomento potrebbe causare danni se il contenuto non è accurato e affidabile. Ad esempio, lievi imprecisioni o contenuti provenienti da fonti meno affidabili potrebbero avere un impatto significativo sulla salute, sulla stabilità finanziaria o sulla sicurezza di qualcuno, o avere un impatto sulla società, per argomenti come: sintomi di un infarto, come investire denaro, cosa fare in caso di terremoto, chi può votare o qualifiche necessarie per ottenere la patente di guida.
Per determinare se un argomento è YMYL, i quality rater devono valutare i seguenti tipi di danni che potrebbero verificarsi:
- Salute o sicurezza YMYL: argomenti che potrebbero danneggiare la salute mentale, fisica ed emotiva o qualsiasi forma di sicurezza, come la sicurezza fisica o la sicurezza online.
- Sicurezza finanziaria YMYL: argomenti che potrebbero danneggiare la capacità di una persona di sostenere se stessa e la propria famiglia.
- Società YMYL: argomenti che potrebbero avere un impatto negativo su gruppi di persone, questioni di interesse pubblico, fiducia nelle istituzioni pubbliche, eccetera.
- Altro YMYL: argomenti che potrebbero danneggiare le persone o avere un impatto negativo sul benessere o sul benessere della società.
Google specifica ancora che è possibile immaginare un’ipotetica pagina dannosa per qualsiasi argomento non dannoso, come la scienza dietro gli arcobaleni o lo shopping per le matite: per uno di questi argomenti, qualcuno potrebbe creare una pagina con un download di virus informatici dannosi. Tuttavia, affinché un argomento specifico sia YMYL, l’argomento stesso deve potenzialmente incidere sulla salute, sulla stabilità finanziaria o sulla sicurezza delle persone o sul benessere o sul benessere della società.
Per semplificare ulteriormente, Google dice ai quality rater di determinare se un topic è YMYL provando a rispondere a due domande:
- Una persona attenta si rivolgerebbe a esperti o a fonti altamente affidabili per evitare danni? Anche piccole imprecisioni potrebbero causare danni? Se sì, l’argomento è probabilmente YMYL.
- L’argomento specifico è uno di quelli su cui la maggior parte delle persone si accontenterebbe di consultare casualmente i propri amici? Se sì, è probabile che l’argomento non sia YMYL.
Esempi di argomenti Your Money Your Life secondo Google
Nelle linee guida per la valutazione della qualità compare anche una tabella che espande ciò che è considerato YMYL, ciò che può essere considerato YMYL e ciò che non lo è (in inglese, clear YMYL, definitely not YMYL, not or unlikely YMYL) .
L’elenco comprende sei diversi esempi di argomenti – informazioni, consigli su un’attività, un’opinione personale, notizie su eventi attuali, condivisione sui social media e commercio online e recensioni di prodotti – con esempi per ognuna delle tre variabili che aiutano i quality rater (e noi SEO) a comprendere e distinguere le differenze di sfumatura tra YMYL e anche sullo spettro di YMYL.
Giusto per citare alcune indicazioni, un possibile argomento YMYL è l’informazione su un incidente d’auto: lo stesso incidente d’auto potrebbe essere stato dannoso per le persone coinvolte, c’è anche un piccolo rischio di danni futuri dalle notizie sull’incidente. L’esempio di Google per un chiaro argomento YMYL su eventi attuali è la violenza in corso, ad esempio in una città, quartiere o Stato, che possono essere fondamentali per tenere il lettore al sicuro.
Gli esempi specifici dei social media citano un post sui social media sulla sfida Tide pod, che era chiaramente dannoso e dovrebbe essere considerato YMYL, la condivisione di una sfida hot sauce (salsa piccante, potenzialmente YMYL e pericoloso) o semplicemente la condivisione di un video musicale (difficilmente YMYL).
La tabella chiarisce anche alcuni aspetti sulle opinioni personali e su come potrebbero essere considerate YMYL: l’esempio lampante è un’opinione personale sul fatto che un gruppo razziale sia inferiore, che porta a un contenuto dannoso per gli altri perché prende di mira negativamente un gruppo specifico di persone. Non è invece YMYL (non è potenzialmente pericoloso) esprimere un parere personale su una rock band, perché difficilmente tale contenuto può avere impatto sensibile dannoso, anche se potrebbero esserci opinioni forti sul fatto che detta rock band sia buona o meno.
Un ultimo punto cruciale riguarda il processo di valutazione della qualità di una pagina: nelle proprie considerazioni, il quality rater deve essere in grado di analizzare il topic della pagina e la misura in cui è YMYL, perché proprio l’argomento della pagina contribuisce a determinare gli standard per la valutazione complessiva del PQ. Il criterio di fondo, com’è facile intuire da ciò che abbiamo scritto, è che le pagine su argomenti YMYL hanno standard più elevati rispetto a quelle su argomenti non YMYL.
L’evoluzione del concetto di YMYL nel tempo
Il concetto di YMYL non è nato già con lo spessore che oggi gli viene attribuito nel sistema di valutazione qualitativa di Google. La sua storia è il frutto di aggiustamenti progressivi, frutto di esigenze editoriali, pressioni sociali e riflessioni interne al funzionamento degli algoritmi. Comprendere come si è trasformata questa classificazione aiuta a valutare non solo quali contenuti ricadano oggi sotto questa etichetta, ma anche perché il perimetro sia diventato sempre più fluido e contestuale.
L’evoluzione non ha seguito un percorso lineare o verticale. Dalla prima introduzione informale al consolidamento normativo, fino alla sua successiva dissoluzione come “pagina YMYL” in senso stretto, la logica di fondo si è spostata da una categorizzazione rigida a una forma dinamica di valutazione, basata su contesto, funzione e rischio. Questa trasformazione riflette anche la crescente attenzione di Google nell’intervenire su dinamiche sociali attraverso la qualità dei contenuti ricercabili. La direzione attuale, ben visibile già dal 2024, è verso un modello sempre meno tecnico e sempre più legato alle conseguenze concrete della disinformazione su scala individuale e collettiva.
Dal primo accenno all’inserimento ufficiale nelle guideline
Il concetto di “Your Money or Your Life” appare per la prima volta in una forma iniziale nelle (allora) Search Quality Evaluator Guidelines pubblicate da Google nel 2013. Non si trattava ancora di una classificazione strutturata, ma di una segnalazione d’attenzione: venivano infatti identificati alcuni contenuti per i quali era “particolarmente importante” applicare un livello più alto di valutazione qualitativa. La definizione, all’epoca, era funzionale a individuare “pagine capaci di influenzare il benessere fisico, finanziario o la sicurezza degli utenti”.
La scelta terminologica — Your Money or Your Life — metteva in evidenza fin da subito l’equivalenza tra due dimensioni di impatto: quella economica e quella vitale. A differenza di altre etichette successivamente utilizzate da Google (come E-A-T o contenuto utile), YMYL è nato con un riferimento diretto alla possibile conseguenza concreta dell’informazione sull’utente.
Il passaggio successivo è avvenuto nel 2015, quando la dicitura è stata formalmente integrata come etichetta ricorrente nelle guideline. Da quel momento i quality rater venivano istruiti a riconoscere i contenuti YMYL come “categorie prioritarie” nella valutazione di Page Quality — rendendo così operativo il concetto all’interno dei processi di verifica umana. La classificazione ha mantenuto un’impostazione binaria per diversi anni, associando i contenuti YMYL a specifici settori come salute, finanza, sicurezza e legale.
Anche in quella accezione, la definizione di YMYL non si applicava soltanto al sito nella sua interezza, ma anche a sue specifiche sezioni o pagine singole che trattano, appunto, i temi che Google considera più delicati perché attinenti a ciò che riguarda le grandi decisioni o gli aspetti importanti della vita delle persone: questioni che vanno dall’economia alla salute, dalle cure mediche a sport e alimentazione, fino alla scelta dell’università o della scuola, ricerca di lavoro e altro ancora.
Le linee guida andavano ancora oltre, fornendo una lista di topic Your Money or Your Life ed esempi esplicativi di pagine YMYL:
- Notizie ed eventi: siti di notizie, con articoli di stampa o informazioni pubbliche su servizi e politica, leggi, risposte alle catastrofi, servizi sociali, scienza, tecnologia, eventi internazionali e molto altro. Non tutti gli articoli sono necessariamente considerati YMYL, e ad esempio le notizie sportive, di cronaca rosa o di gossip non sono topic YMYL.
- Salute e sicurezza: sono le pagine centrali per il concetto YMYL. Si tratta di siti che pubblicano articoli con consigli o informazioni su questioni mediche, disturbi, sintomi, malattie specifiche, alimentazione, farmaci, ospedali, emergenze e pandemie.
- Interesse civile per una cittadinanza informata: siti web istituzionali o dedicati a temi per il cittadino, con informazioni su sistema di voto, compiti delle istituzioni, emergenze, tasse, servizi sociali, risoluzione di questioni amministrative, ma rientrano in questa categoria anche informazioni legali quali servizi notarili, pagine su divorzio o creazione di un testamento, regole di adozione dei minori eccetera.
- Finanza: interessa i siti web che pubblicano informazioni finanziarie o di consulenza, con pagine con consigli su investimenti, azioni, fondi comuni di investimento, tasse e imposte, pianificazione previdenziale, prestiti ad aziende o privati, attività bancarie o assicurazione, mutui. Inoltre, anche i siti su cui avvengono transazioni finanziarie sono YMYL, e quindi e-Commerce, siti web di istituti di credito e banche, siti per il pagamento di fatture o per trasferimento di denaro e, in generale, tutte le pagine dove l’utente può acquistare o trasferire denaro a un altro soggetto.
- Shopping: temi, informazioni o servizi relativi alla ricerca o all’acquisto di beni e servizi, in particolare pagine web che permettono alle persone di fare acquisti online.
- Gruppi di persone: informazioni o affermazioni su gruppi di persone, inclusi tra l’altro quelli raggruppati sulla base di età, casta, disabilità, etnia, identità ed espressione di genere, stato di immigrazione, nazionalità, razza, religione, sesso/genere, orientamento sessuale, stato di veterano, vittime di un grande evento violento e loro parenti, o qualsiasi altra caratteristica che è associata a discriminazione sistematica o emarginazione.
- Altro: ci sono molti altri argomenti relativi a grandi decisioni o ad aspetti importanti della vita delle persone che quindi possono essere considerati YMYL, come il fitness e la nutrizione, le informazioni sugli alloggi, informazioni sulla sicurezza dell’auto e così via.
Le svolte del concetto: Medic Update e revisione dei criteri
Una tappa decisiva nella storia di YMYL è arrivata nel 2018, con quello che molti addetti ai lavori definiscono Google Medic Update. Quel broad core update, pur non citando apertamente la sigla, ha penalizzato numerosi siti afferenti all’ambito sanitario, finanziario e terapeutico, confermando nella pratica quanto già delineato nelle linee guida dei quality rater.
Il punto di svolta è stato evidente: da semplice criteriologia di supporto, la distinzione YMYL diventava un elemento incidentale anche nell’indicizzazione algoritmica, specialmente quando abbinata a contenuti medicamente dubbi o privi di tracciabilità editoriale. Numerosi siti informativi e blog pseudo-specialistici hanno subito crolli di visibilità, portando all’emersione del concetto di trust come elemento centrale per competere su SERP delicate.
A rafforzare questa direzione, nel triennio successivo (2019–2022) le Quality Rater Guidelines sono state riviste più volte. Aumenta il dettaglio nei criteri per definire un contenuto YMYL e inizia a emergere la logica E-A-T – Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness – che, seppur tenutasi separata dalla definizione formale di YMYL, viene fatta convergere a livello pratico.
L’ultima revisione in questa fase, quella di ottobre 2021, ha consolidato l’idea che i contenuti YMYL non si limitino a “topic medici”, ma coinvolgano qualunque pagina capace di orientare decisioni rilevanti. La centralità dell’impatto comincia a prevalere su quella dell’argomento.
L’ampliamento semantico nel 2022–2023: focus sulla società
Le successive edizioni delle linee guida, pubblicate tra il luglio 2022 e la fine del 2023, segnano una nuova discontinuità. Quello che fino a poco prima era un criterio settoriale — legato a determinati topic — diventa progressivamente un principio più ampio, collegato anche al potenziale effetto sulla collettività.
In questo periodo, Google introduce nelle sue definizioni di YMYL riferimenti espliciti all’impatto che un contenuto può avere sulla società, sul welfare pubblico, sul funzionamento dei processi democratici. Non si guarda più solo all’effetto immediato su chi legge: viene inclusa la possibilità che un’informazione scorretta (anche se percepita come inoffensiva) influenzi gruppi di persone, contribuisca a modelli di disinformazione organizzata o comprometta la fiducia istituzionale.
Questa espansione concettuale apre nuove categorie al rischio YMYL: contenuti su vaccini, teorie complottiste, manipolazione politica, attivismo digitale e interpretazioni distorte di leggi o dati statistici. Siti precedentemente non classificati come a rischio — come testate opinionistiche, blog sociali o influencer civici — iniziano a rientrare nel campo d’interesse dei quality rater. La logica della “rilevanza pubblica” affianca (e in parte sostituisce) quella tradizionale del contenuto sensibile: non conta solo la materia trattata, ma anche il suo effetto nel tempo, la sua tracciabilità, la sua coerenza con fonti esterne affidabili.
La semplificazione: abolizione della “pagina YMYL” e focus sul topic
Nel passaggio 2024–2025, Google interviene con un cambio di prospettiva che semplifica la classificazione, ma ne amplia contemporaneamente l’orizzonte operativo. Nei documenti più recenti, come quello di gennaio 2025, l’accento non viene più posto sulla “pagina YMYL”, ma sul “topic YMYL” — una distinzione linguistica solo apparente che in realtà modifica il centro del sistema di valutazione.
Viene meno l’idea che un contenuto debba essere valutato in blocco, in quanto page-level element, e prevale la considerazione del singolo argomento affrontato, della sua presentazione e della sua esposizione a margini di errore. In altre parole, un sito può contenere sia topic altamente sensibili che altri del tutto neutri, e i criteri di giudizio si adeguano in modo puntuale.
In parallelo, Google introduce nei documenti dei quality rater il concetto di spettro YMYL: un modello non più binario (YMYL sì / no), ma sfumato, dove l’eventuale danno viene misurato in base a scenari ipotetici concreti. Cosa succederebbe se questa pagina fosse ritenuta affidabile da un lettore sopraffatto, non esperto, vulnerabile o in cerca di soluzioni rapide? È questa la domanda che i sistemi e i valutatori devono porsi.
Il risultato è una maggiore flessibilità nel giudizio, ma anche una responsabilizzazione estesa per tutti i creator: un contenuto viene trattato come YMYL quando il suo impatto concreto — misurato in estensione, modalità e credibilità — supera una soglia implicita di rischio. E questa soglia ora non dipende più solo dal tema, ma anche da come e perché quel contenuto è strutturato nel contesto di pubblicazione.
In che modo Google valuta la qualità dei contenuti YMYL
Quando un contenuto rientra nel perimetro YMYL non deve più rispondere solo a un’intenzione di ricerca per ottenere visibilità, ma “rispettare” criteri di valutazione più rigorosi: oltre a riconoscere se la pagina è ben scritta o se è tecnicamente ottimizzata, Google ha bisogno di stabilire se quella pagina rappresenta un’informazione utile e affidabile per il lettore, tenendo conto del potenziale impatto che potrebbe generare.
Questo livello di giudizio si sviluppa su due piani paralleli: da un lato, i sistemi algoritmici che bilanciano segnali di qualità, pertinenza e fiducia; dall’altro, la valutazione manuale dei quality rater, che intervengono per testare se i principi dichiarati da Google trovano riscontro nei contenuti che gli utenti vedono nelle SERP. Le linee guida per questi valutatori esplicitano le aspettative più alte nei confronti dei contenuti YMYL, indicando con chiarezza quali elementi incidono sulla Page Quality in questi casi.
La valutazione della qualità in ambito YMYL non è mai superficiale o basata su semplificazioni. L’interazione tra contenuto, autorevolezza, scopo e responsabilità narrativa assume peso decisivo, soprattutto in quegli ambiti dove un’informazione scorretta può essere percepita come attendibile perché conferma convinzioni, riduce complessità o si presenta con un tono rassicurante. L’utente, in questi scenari, non sempre ha gli strumenti per distinguere ciò che è corretto da ciò che semplicemente “suona bene”.
Il ruolo dei quality rater nella classificazione dei contenuti
Sappiamo già chi sono i quality rater, valutatori esterni che hanno il compito di controllare che i contenuti presentati nei risultati di ricerca rispecchino effettivamente gli standard di qualità elaborati dalle guideline; queste figure non influiscono direttamente sul posizionamento di una pagina, ma rappresentano una forma sistematica di feedback umano per misurare la coerenza tra ciò che l’algoritmo seleziona e ciò che Google intende offrire come contenuto “utile”.
I quality rater non operano a partire da percezioni soggettive: seguono indicazioni dettagliate e aggiornate su cosa valutare e con quale criterio, con particolare attenzione proprio ai contenuti YMYL. Quando si trovano di fronte a un contenuto potenzialmente sensibile, devono determinare se rispetta le aspettative di accuratezza, trasparenza, competenza e scopo utile. In base ai parametri assegnati, attribuiscono un punteggio alla Page Quality e uno alla qualità del risultato rispetto alla query specifica.
Nel caso di contenuti YMYL, il margine di tolleranza è molto ridotto: anche lievi ambiguità, incertezze sui dati di partenza o assenza del contesto possono condurre a classificazioni negative. I valutatori sono istruiti a considerare non solo il contenuto testuale, ma anche l’affidabilità percepita dell’autore, la tracciabilità delle fonti e la chiarezza d’intenti. Se manca una dichiarazione di finalità, una biografia dell’autore o una contestualizzazione dei dati, la fiducia verso la pagina si riduce — e con essa il giudizio sulla sua qualità.
Criteri di valutazione severi: accuratezza, consenso esperto, scopo benefico
Nel valutare una pagina YMYL, Google istruisce i suoi rater ad applicare standard estremamente elevati — e lo fa specificando quali caratteristiche una pagina deve dimostrare di possedere. La valutazione ruota intorno a tre assi principali: la correttezza delle informazioni, l’allineamento con il consenso di esperti qualificati nel settore di riferimento e la presenza di uno scopo chiaramente rivolto al beneficio degli utenti.
Per quanto riguarda l’accuratezza, non ci si limita a evitare errori tecnici: viene richiesto che l’intero contenuto rifletta informazioni attuali, verificate e consultabili altrove, possibilmente anche attraverso fonti editoriali o istituzionali. Le opinioni personali, anche se esperienziali, non devono sostituire dati o raccomandazioni validate. La tolleranza verso genericismi, omissioni o affermazioni non confermate viene sensibilmente abbassata.
Il secondo elemento — il consenso esperto — implica il riconoscimento che, su certe materie, esiste una comunità scientifica o professionale che stabilisce (o aggiorna) linee guida, standard e livelli minimi di precisione. Quando una pagina si discosta da queste basi, deve giustificare questa distanza in modo trasparente. L’allineamento con il consenso esperto non è un vincolo formale, ma una garanzia per l’utente meno esperto.
Infine, Google chiede che ogni contenuto YMYL esprima chiaramente una finalità benefica (beneficial purpose). Ciò significa che deve essere scritto per aiutare, orientare, informare o accompagnare l’utente nella comprensione di un argomento. Non sono accettati contenuti che mimano l’informazione per finalità puramente pubblicitarie, manipolative, divisive o auto-promozionali. Questo principio — organismo centrale nella logica del Page Quality Rating — assume una rilevanza ancora maggiore nei contesti in cui l’utente potrebbe subire danni reali nel seguire indicazioni sbagliate.
Quando l’E-E-A-T non basta: da contenuti di scarso valore a contenuti pericolosi
L’approccio E-E-A-T (esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità) rappresenta un riferimento costante nella valutazione della qualità, ma nei contenuti YMYL aderire a questo framework non è sempre sufficiente. Se un contenuto risponde formalmente a questi criteri ma presenta segnali di rischio, può comunque ricevere giudizi negativi.
Esistono infatti casi di pagine ben strutturate ma dannose. Succede, ad esempio, con contenuti che articolano nel dettaglio falsi scientifici, teorie smontate dal consenso esperto o narrazioni contrarie a dati verificabili. Anche se scritte in forma impeccabile e con apparente esperienza diretta, queste pagine sono classificate come “pericolose” per l’impatto che possono avere nella vita reale.
Google segnala in modo esplicito che i contenuti in grado di causare danno, anche in modo involontario, devono essere trattati con il massimo della severità. Questo include situazioni in cui la stessa ambiguità o il tono eccessivamente sicuro possono spingere il lettore ad affidarsi con troppa fiducia a quanto pubblicato. Il rischio cresce se l’autore del contenuto è presentato come esperto, pur non avendo qualifiche verificabili, o se l’informazione è sprovvista di fonti attendibili.
Da qui il principio di revisione critica permanente: ciò che risulta “corretto” da un punto di vista superficiale, può essere classificato come “non sicuro” se manca di profondità, sfumature o responsabilità editoriale. Una pagina YMYL non riceve un buon punteggio semplicemente perché non sbaglia: deve dimostrare di avere capito che tipo di impatto può generare sulla persona che legge — e comportarsi di conseguenza.
YMYL e strategie SEO: cosa cambia e cosa va fatto
I contenuti che rientrano nella classificazione YMYL non possono essere trattati come normali articoli informativi. L’effetto che queste pagine possono avere sulla vita degli utenti impone un livello superiore di rigore anche dal punto di vista dell’ottimizzazione SEO. Google non dichiara l’esistenza di fattori algoritmici esclusivi per i contenuti YMYL, ma i segnali usati per valutarne la qualità sono calibrati con maggiore severità. Ciò vuol dire che, a parità di keyword o intento, una pagina su temi delicati ha bisogno di una struttura più solida, più trasparente e più credibile per ottenere visibilità nelle SERP.
Le implicazioni sono evidenti: SEO e contenuti YMYL non solo devono coesistere, ma devono integrarsi in modo più strategico. Tutti i segnali che testimoniano cura editoriale, credibilità della fonte, verificabilità delle informazioni, chiarezza d’intento e attenzione alla reputazione hanno un peso maggiore rispetto ad altri segmenti.
Le ottimizzazioni tecniche, da sole, non bastano. Un testo responsive, veloce e posizionato correttamente rispetto ai cluster semantici può restare invisibile se non è sostenuto da un asset reputazionale, autoriale e informativo adeguato al rischio percepito del tema trattato. In questo scenario, il lavoro SEO assume una doppia funzione: garantire che il contenuto sia formalmente accessibile agli utenti e proteggere l’intero progetto da degenerazioni che potrebbero scatenare penalizzazioni o perdita di fiducia algoritmica.
Impatti SEO diretti e indiretti sulle SERP per siti e pagine YMYL
Le pagine YMYL sono sottoposte a standard più elevati non solo nella valutazione qualitativa, ma anche in fase di selezione e ranking. Questo significa che Google valuta la loro idoneità a comparire in SERP con parametri più severi rispetto a contenuti “neutri”. Non è insolito vedere pagine ottimizzate dal punto di vista on-page restare fuori dalle prime posizioni per query legate alla salute, al denaro o alla sicurezza — semplicemente perché non trasmettono un livello sufficiente di fiducia.
L’impatto diretto è la mancata visibilità: nonostante una buona ottimizzazione, il contenuto non passa il filtro della qualità percepita. L’impatto indiretto invece si manifesta nel tempo: il dominio può perdere visibilità anche per altre aree tematiche se Google osserva incoerenza, superficialità o scarsa gestione dei contenuti sensibili. Questo vale soprattutto per siti editoriali generalisti, blog verticali cresciuti senza un piano di gestione del rischio informativo o per ecommerce che trattano anche temi legati alla salute e sicurezza (ad esempio vendendo integratori, dispositivi o farmaci da banco).
Il posizionamento non è solo il risultato di un contenuto ben fatto, ma anche della fiducia accumulata da un sito nella gestione di argomenti complessi. L’autorità percepita — interna ed esterna — fa la differenza.
Da E-A-T a E-E-A-T: perché l’esperienza è diventata cruciale in ottica ranking
Nel dicembre 2022, Google ha aggiornato il suo framework valutativo introducendo la “E” di Experience al già noto schema E-A-T. È un’aggiunta che rafforza un principio spesso sottovalutato nel lavoro SEO: nei contenuti ad alta esposizione, l’esperienza personale diretta può offrire un contributo decisivo alla credibilità del messaggio, ma solo se è dichiarata e tracciabile.
Questo è particolarmente vero per i contenuti YMYL. Se fino a poco tempo fa competenza e autorevolezza erano sufficienti per costruire contenuti validi, oggi viene richiesto che l’autore abbia dimestichezza con ciò di cui parla. Google non cerca testimonianze emotive, ma segnali verificabili che dimostrino il coinvolgimento dell’autore nel tema trattato: aver vissuto un problema, aver affrontato una diagnosi, aver gestito consulenze nel settore o documentato casi reali. Dove l’esperienza non può essere esplicitata (ad esempio su tematiche istituzionali), devono emergere credenziali verificabili e un contesto editoriale che sostenga il contenuto.
Questo ha risvolti concreti anche sul piano SEO: account autore con biografia ben curata, pagine “Chi siamo” che evidenziano le competenze del team, collegamenti a fonti professionali, partnership riconosciute. Il contenuto viene valutato in relazione a chi lo scrive, non solo a come è scritto. L’E-E-A-T diventa quindi una base non negoziabile su cui costruire le strategie editoriali nei settori sensibili.
Come evitare penalizzazioni e cali di visibilità in presenza di contenuti sensibili
Le penalizzazioni nei casi YMYL non sono sempre facili da individuare. Possono arrivare come perdita progressiva di traffico, mancata comparsa nei risultati per keyword rilevanti, esclusione dai featured snippet o impossibilità di entrare nei risultati AI Overview. Evitarle richiede una strategia editoriale strutturata, che non lasci spazio a fraintendimenti o superficialità.
Il primo passo è riconoscere i contenuti sensibili presenti nel sito e trattarli con una metodologia dedicata. Questo implica un controllo costante di accuratezza, aggiornamento delle fonti, tracciabilità editoriale e chiarezza nella selezione degli autori. Non è sufficiente scrivere bene: va dichiarato chi scrive, perché è competente e in che modo è coinvolto nel tema.
In secondo luogo, è necessario ricostruire l’alberatura editoriale in modo che la rilevanza tematica emerga con coerenza: sovrapposizioni, vaghezza nei titoli o raddoppi concettuali indeboliscono il segnale qualitativo globale. Ogni contenuto YMYL inserito nel sito deve avere uno scopo chiaro, un inquadramento contestuale forte, ed essere riconoscibile per completezza e trasparenza.
Infine, va evitato qualsiasi contenuto che possa apparire come strumentale o manipolativo: wrapping eccessivo di affiliazioni, call-to-action ambigue, claim che anticipano diagnosi, promesse implicite o “rassicurazioni” non verificabili. Anche un contenuto sostanzialmente corretto può generare sfiducia se trasmette un intento opaco.
YMYL SEO: perché è importante capire il cambio di paradigma
Come prevedibile, non esiste una checklist ufficiale di Google per fare un’ottimizzazione SEO rispetto ai contenuti YMYL, ma la lettura analitica dei documenti ufficiali permette di mettere in evidenza alcuni aspetti verso cui orientare il lavoro per migliorare le pagine dei nostri siti.
In buona sostanza, tutto si concentra sul beneficial purpose, e quindi sui vantaggi e sui benefici che un contenuto può dare all’utente, e sulle modalità che abbiamo per far comprendere – al lettore stesso e a Google – che tale pagina soddisfa il purpose e l’intento originali.
In concreto, possiamo raggiungere l’obiettivo scrivendo contenuti efficaci, riportando solo informazioni provenienti da fonti verificate e affidabili; affrontando i temi in modo completo e oggettivo, dando spazio eventualmente anche ad altre posizioni sul tema; collaborando con autori capaci e riconosciuti, a cui affidare la stesura dei contenuti YMYL; curando la struttura dei contenuti, che deve essere chiara e corretta, e intervenendo per aggiornare, ampliare o correggere le pagine più vecchie.
Anche il rinnovamento significativo del 2022 – che serve a garantire che i valutatori siano a conoscenza di ciò che si qualifica esattamente come un sito Web YMYL e, conseguentemente, che dedichino la giusta attenzione a quelle pagine particolari – i tanti esempi chiarificatori e i dettagli sul motivo per cui una particolare pagina è considerata YMYL (o non lo è) dimostra che Google considera estremamente cruciale l’identificazione appropriata di questi topic e la massima precisione nelle valutazioni sulla qualità, anche nei casi in cui le pagine e i contenuti rientrano nella zona grigia dello spettro.
Ma questa attenzione ci fa anche comprendere l’evoluzione del Web in questi ultimi anni: da sempre, infatti, si sostiene che Internet sia il regno del paradigma AAA, ovvero “Anyone can say Anything about Any topic“, che significa che “ognuno può scrivere qualsiasi cosa su qualunque argomento”. Ciò vale ancora oggi – estremizzando e semplificando, possiamo dire che per posizionare un contenuto non importa chi scrive ma come lo scrive e come rende autorevole il contenuto anche con link o altre strategie – ma Google vuole superare questa modalità, almeno per le questioni più delicate.
Possiamo infatti dire che E-E-A-T è in qualche modo l’opposto di AAA, perché si basa sul concetto che alcuni argomenti, a cominciare da quelli che rientrano nella categoria Your Money or Your Life, appunto, dovrebbero essere trattati solo da chi è un professionista del campo, invitando i siti ad affidare la realizzare di tali contenuti a persone che hanno consilidata competenza nel settore, che hanno vissuto un’esperienza diretta e personale, o che hanno studiato e si sono costruiti una reputazione verificabile per esprimere la propria opinione e fornire assistenza efficace agli utenti. La strada per completare la transizione è ancora lunga e ci sono vari modi per ingannare i motori di ricerca (che restano sempre macchine), ed è per questo che Google fa riferimento ai quality rater e alla loro capacità umana di valutare i creatori di contenuti, le pagine e i siti, come ci confermano i progressivi aggiornamenti delle linee guida.
Strumenti e pratiche per migliorare i contenuti YMYL
L’affidabilità di un contenuto sensibile non può essere il risultato accidentale di una buona scrittura. Si costruisce a partire da decisioni strutturali, che riguardano non solo cosa viene detto, ma chi lo dice, per quale motivo, con quali competenze e in quale contesto editoriale. Quando un argomento ha il potere di influenzare comportamenti rilevanti nella vita delle persone, non è sufficiente rispettare le regole formali del content marketing: serve un modello editoriale distinto, ispirato alla responsabilità, e costantemente verificabile.
La qualità, nei contenuti YMYL, si articola in diversi livelli — testuale, informativo, reputazionale — ma ciò che li collega tutti è la coerenza. Il lettore, in questi casi, non perdona le contraddizioni: si aspetta dati, fonti tracciabili, firme riconoscibili e chiarezza sul ruolo dell’autore. Allo stesso modo, Google valuta la pagina non solo in base alla keyword o all’ottimizzazione tecnica, ma anche per il modo in cui trasmette attendibilità di fondo. Un contenuto ambiguo, non aggiornato o costruito su una figura impropria viene percepito come insicuro, anche quando non contiene errori formali.
Tutto questo impone scelte consapevoli sul piano organizzativo: dalla governance editoriale alla visibilità della competenza, dall’organizzazione delle fonti a come viene trattata l’informazione quando non si hanno, internamente, figure esperte. Gestire un sito che affronta argomenti YMYL significa elaborare un proprio metodo per integrare, controllare, supervisionare e — laddove necessario — correggere la direzione dei contenuti prima che siano esposti all’indicizzazione.
Ogni elemento editoriale inserito in queste pagine trasmette un segnale. Non ce ne sono di neutri. Per questo diventa essenziale governare in modo esplicito anche quei dettagli che su altri temi possono passare inosservati: informazioni sull’autore, data di aggiornamento, riferimento normativo e contesto sociale sono parte integrante del messaggio che l’utente riceve.
Delimitare il rischio prima di scrivere
Nelle pubblicazioni comuni, si parte da una keyword. Nei contenuti sensibili, si parte da una decisione. È il tema affrontato che determina se il contenuto rientra nell’area YMYL, ma spesso non si tratta di un’appartenenza formale, bensì interpretativa. Per questo, prima di scrivere, è necessario misurare il potenziale di influenza dell’articolo dalla prospettiva dell’utente: quanto può cambiare il comportamento di chi lo legge? Quali implicazioni potrebbe generare? Che tipo di aspettative può attivare?
Molti contenuti scivolano nel campo YMYL senza dichiararlo: una guida alimentare, una recensione di un farmaco da banco, un’analisi legale semplificata o un confronto di tariffe bancarie possono finire per condizionare scelte individuali rilevanti anche senza esprimere opinioni vincolanti. La valutazione iniziale va fatta quindi non sul contenuto testuale, ma sulla funzione latente dell’articolo. Se il lettore lo interpreta come risorsa da “seguire”, siamo già nella zona YMYL.
Gestire autorevolezza e responsabilità nella pubblicazione
Chi scrive conta. Nei contenuti YMYL, l’effettivo copywriter è una variabile di ranking implicita. Il nome di un autore senza dati di supporto è una presenza neutra che non aggiunge nulla alla credibilità della pagina; in alcuni casi può addirittura peggiorarla. Per contenuti su salute, sicurezza, finanza o diritto non basta avere qualcuno che sappia scrivere: serve qualcuno che sia in grado di sostenere, anche pubblicamente, quello che comunica.
Questo non significa assegnare tutti i materiali a professionisti certificati, ma strutturare la pubblicazione in modo che sia evidente a chi legge se sta consultando opinioni esperienziali, sintesi divulgative o contenuti fondati su competenze formali. Le firme devono essere collegate a profili reali e accessibili, le competenze esplicitate, gli eventuali riferimenti incrociati tracciabili.
Nei casi in cui non si possa contare su autori specialisti, è comunque possibile ricorrere a meccanismi di revisione, validazione o supervisione esterni, resi visibili in pagina. La presenza di un “reviewed by” o “verified by” supportato da un soggetto riconoscibile consente di compensare in parte la mancanza di accreditamento diretto. Ma perché sia efficace, deve essere trasparente e motivato, non decorativo.
Costruire contesti editoriali credibili
L’affidabilità di un contenuto YMYL non si esaurisce dentro il suo testo. La pagina viene letta anche nel suo contesto: la frequenza degli aggiornamenti, la data dichiarata, i riferimenti alle fonti, la coerenza dell’informazione con le evidenze esterne, la qualità della pagina “Chi siamo”, la chiarezza sui contatti e sull’identità del sito che ospita il contenuto.
I segnali tecnici non bastano se mancano i segnali culturali. Una firma autorevole su un dominio opaco vale meno di un contenuto prudenziale pubblicato su una piattaforma trasparente, anche se meno competitiva nel ranking in sé. Questo è un tema che va oltre l’ottimizzazione e tocca la credibilità percepita: Google affida al concetto di trust il compito di mediare tra merito intrinseco e stile comunicativo.
Per questo la struttura editoriale nel suo complesso deve parlare la lingua della responsabilità. Le informazioni devono essere aggiornate non solo nel testo, ma anche nella struttura. Le sezioni “note”, “informazioni legali” o “collaborazioni” devono essere presenti e coerenti con quanto dichiarato nel contenuto. Se una pagina offre consigli medici ma il sito dichiara di occuparsi unicamente di intrattenimento, anche il contenuto meglio scritto rischia di essere declassato per incoerenza di posizionamento.
Presidiare la reputazione dove serve davvero
Un sito credibile per Google è un sito ricercabile. Questo non ha nulla a che vedere con il traffico organico, ma con la reputazione fuori dal perimetro editoriale: cosa si trova se si digita il nome dell’autore su Google? Cosa compare cercando il brand editoriale, il nome del dominio, la testata o l’etichetta che pubblica contenuti sensibili?
Google invita chiaramente i suoi quality rater a condurre ricerche sulla reputazione. Non lo richiede all’utente comune, ma lo considera un passaggio fondamentale per determinare se un’informazione è affidabile. È il motivo per cui la presenza su testate autorevoli, la visibilità su siti istituzionali, le recensioni pubbliche e le citazioni sono ancora oggi strategiche, anche se non generate da attività di SEO pura.
Chi pubblica contenuti YMYL dovrebbe considerare un’estensione della propria area editoriale tutto ciò che può influenzare la percezione della pagina prima ancora che venga letta. I dati su chi sei, con chi collabori, chi ti cita e dove compaiono i tuoi contenuti hanno valore intrinseco nella costruzione di un contesto fidato.
Errori da evitare nella gestione di contenuti YMYL
I contenuti YMYL sono naturalmente esposti a un rischio di penalizzazione più alto, non perché siano “pericolosi” in sé, ma perché richiedono un’intenzione più matura nella loro realizzazione. È proprio quando si utilizzano processi standard, modelli frettolosi o approcci non integrati che la probabilità di errore aumenta.
In questo tipo di pubblicazioni, anche una svista può trasformarsi in un segnale di inaffidabilità, e quando il contenuto viene percepito come debole, la reazione dell’algoritmo non è univoca, ma progressiva: calo della visibilità, perdita di fiducia, esclusione da frammenti avanzati, comparsa di concorrenti più strutturati. Molto più spesso, l’errore si manifesta come discontinuità tra l’intento dichiarato di una pagina e la sua coerenza con il contesto, il tono, la fonte e il lettore implicito a cui si rivolge.
A differenza di altri ambiti, in cui un imprecisione può essere letta come trascurabile o facilmente rimediabile, nel campo delle informazioni sensibili anche una svista secondaria può produrre un danno effettivo o generare una distorsione nella percezione del contenuto. E l’effetto concreto di un errore qui non coincide quasi mai con l’entità dello sbaglio.
Questo accade perché la qualità per gli YMYL non si misura solo nel testo, ma nel rapporto di fiducia che ogni frase instaura con chi legge. Pubblicare un’informazione medica imprecisa danneggia, ma anche un contenuto corretto, firmato da una fonte senza referenze, presentato senza contesto o aggiornato nel momento sbagliato può essere respinto dai sistemi di ranking, o etichettato implicitamente come non sicuro dagli utenti.
Molti dei problemi osservati nei crolli di visibilità che colpiscono i siti YMYL non derivano quindi da errori macroscopici, ma da decisioni minime, apparentemente neutre: un’automazione nella generazione dei titoli, la mancata verifica di un link esterno, un contenuto lasciato in archivio per troppo tempo con una data visibile in SERP. Scene ordinarie dell’editoria digitale, che però — quando sommerse in un dominio sensibile — generano segnali di ambiguità troppo forti per essere ignorati.
Non è questione di perfezionismo, ma di metodo. Evitare gli errori comuni significa progettare un ambiente testuale in cui l’informazione, l’autore e la forma in cui il contenuto viene esposto siano allineati alla responsabilità che quel contenuto esige. Ogni punto di debolezza può compromettere l’equilibrio generale, e ogni forzatura può amplificare il rischio percepito, anche quando il contenuto è corretto.
Trascurare gli aggiornamenti o lasciare contenuti obsoleti online
Un contenuto che tratta temi YMYL ha una scadenza che spesso non è dichiarata, ma implicita nel tipo di informazione fornita. Un consiglio su come gestire un farmaco, una guida alle normative previdenziali, un aggiornamento su trattamenti terapeutici o su benefici fiscali: tutti questi materiali diventano inaffidabili, anche senza contenere errori, quando rimangono pubblicati senza revisione in un contesto che cambia.
Il problema non è solo informativo. È anche interpretativo. Un contenuto visibile in SERP può apparire agli occhi dell’utente come “attuale” se non offre — fin dal titolo o dall’hook — un’indicazione temporale concreta. E più grave ancora è quando la pagina è aggiornata solo nel markup, ma non nel dato: una data recente leggibile da Googlebot, ma nessun contenuto effettivamente modificato. Questo inganno sottile viene colto tanto dagli algoritmi quanto dai lettori più attenti, e mina la fiducia anche nel dominio.
In ambito YMYL, l’obsolescenza non produce solo disinformazione: produce danno associativo. Google incrocia segnali temporali, interazioni organiche e fonti citate. Quando scopre che un contenuto “autorevole” veicola informazioni non più trattabili come utili, la penalizzazione — formale o latente — si estende. Non aggiornare non significa trascurare un dettaglio: significa sottovalutare l’effetto presente dell’informazione passata.
Non differenziare tra opinione personale, esperienza e consulenza
La sottovalutazione di questo confine è uno degli errori più insidiosi nei progetti SEO e content marketing orientati alla visibilità rapida. L’intento è quasi sempre positivo: condividere esperienze, raccontare storie vere, fornire esempi utili. Ma il problema nasce quando non viene esplicitato il registro del contenuto: ciò che il lettore riceve appare come una guida generalizzabile anche quando non lo è.
L’ambiguità semantica è ciò che mina il contenuto YMYL senza che l’autore se ne accorga. Un’opinione espressa da chi ha vissuto in prima persona un percorso terapeutico è legittima, ma se presentata con un titolo da how-to (“Come curare…”) e un tono assertivo rischia di sembrare un parere clinico. Allo stesso modo, chi ha certe competenze in ambito fiscale può offrire consigli, ma se lo fa parlando a nome della testata o senza precisare i limiti legali del contenuto, la pagina può essere interpretata — dall’algoritmo o dall’utente — come una consulenza vera e propria.
La responsabilità qui è narrativa prima che tecnica. Google non chiede a ogni autore di possedere qualifiche professionali: chiede che sia chiaro cosa sta dicendo, in quale veste lo fa, e come il lettore debba interpretarlo. Questo non si ottiene con un disclaimer generico, ma con una costruzione consapevole della voce editoriale, ancorata alla funzione reale del contenuto.
Tentare scorciatoie SEO senza reale valore aggiunto
Nell’ambizione di intercettare traffico, molti progetti editoriali finiscono per adottare tecniche di ottimizzazione che si rivelano controproducenti quando applicate ad articoli YMYL. Il problema non è la SEO in sé, ma la tendenza a forzarla: keyword forzate in posizione H1, contenuti riscritti senza vera revisione semantica, markup implementati solo per esigenze di snippet, didascalie “riempitive” che seguono un modello ma non un significato.
Queste strategie possono funzionare — temporaneamente. Ma in ambiti sensibili il contenuto ha un ciclo di vita differente: viene valutato anche per come si comporta nel tempo. Se il traffico cresce ma il CTR cala, se una pagina riceve molte impression ma pochi backlink naturali, se i segnali comportamentali indicano diffidenza, Google lo interpreta come un segnale qualitativo insufficiente. Anche una pagina formalmente “ottimizzata” può finire penalizzata se manca la sostanza.
La sfida, in questi casi, non è evitare la SEO. È produrre contenuti che meritino di essere ottimizzati, non che si reggano solo sull’ottimizzazione. Nei contenuti YMYL, l’informazione guida la tecnica, non il contrario. Le scorciatoie — per quanto ben mascherate — restano visibili per chi sa leggere i segnali. E Google, sempre più spesso, li sa leggere.
Vantaggi reali di una corretta gestione dei contenuti YMYL
Un contenuto scritto bene può informare. Ma un contenuto rilevante, affidabile e riconosciuto come tale su un argomento sensibile può fare molto di più: può posizionarsi meglio, essere selezionato dai sistemi di risposta avanzata, guadagnare fiducia nel tempo ed elevare la reputazione complessiva di un progetto.
Il lavoro di ottimizzazione sui contenuti YMYL non si limita ad “evitare problemi”, come spesso viene comunicato in modo difensivo. Al contrario, apre possibilità strategiche importanti su più fronti: nel posizionamento, nell’attrazione di traffico qualificato, nella costruzione di brand trust e nella scalabilità di progetti editoriali e informativi. Se un contenuto ha il potere di incidere sulle decisioni dell’utente, chi lo pubblica ha anche la possibilità di diventare un punto di riferimento.
Una gestione strutturata dei contenuti ad alta esposizione genera segnali inequivocabili di affidabilità. E quei segnali — oggi più che mai — producono valore tangibile.
Impatto diretto sul ranking e presidio delle SERP
I contenuti YMYL ben gestiti hanno un rapporto privilegiato con la visibilità organica. Non perché siano “premiati” in modo esplicito da Google, ma perché soddisfano quegli standard qualitativi elevati che permettono a una pagina di distinguersi nella selezione algoritmica. Quando un contenuto sensibile presenta firme riconoscibili, fonti attendibili e una struttura tracciabile nella responsabilità, l’algoritmo ha più segnali positivi da interpretare.
Questo impatta sia sul ranking puro che su tutte le evoluzioni contemporanee delle SERP: la compilazione di snippet, la comparsa nel box People Also Ask, la selezione per AI Overview — dove l’affidabilità percepita condiziona direttamente la comparsa. Le pagine YMYL corrette, ancorate a competenze visibili, sono anche più copiabili nei micro-frammenti di risposta (featured, zero-click, quick answers), proprio perché trasmettono sicurezza.
Presidiare le SERP oggi non significa più solo inseguire una posizione: significa diventare una fonte utile, ripetutamente selezionabile e riusabile nei punti ad alta evidenza. I contenuti YMYL di qualità hanno questo potenziale — ed è misurabile.
Costruzione di fiducia e consolidamento della reputazione
Una delle conseguenze più sottovalutate dell’approccio YMYL è la sua funzione reputazionale. Quando un sito pubblica abitualmente contenuti sensibili ben scritti, curati editorialmente e sostenuti da fonti professionali, guadagna un capitale di fiducia che si riflette su tutti gli altri ambiti editoriali del dominio. Questo valore non si limita a “scalare” verso i motori di ricerca: passa anche attraverso lettori, condivisioni, punti di contatto professionali e percezione pubblica.
La fiducia generata da un contenuto YMYL è più persistente perché nasce in risposta a un bisogno reale. Se un lettore cerca informazioni su un problema sanitario, professionale o legale e trova una risposta utile, misurata e consapevole del proprio ruolo, tornerà su quel sito con una soglia d’attenzione più alta. I ritorni sono più facili, il bounce rate si abbassa, i tempi di permanenza si allungano. Tutti segnali che Google rileva — e valorizza.
Inoltre, una brand reputation consolidata attorno a contenuti di impatto consente anche maggiore tolleranza alle fluttuazioni algoritmiche e una maggiore longevità del trust accumulato.
Maggiore stabilità nel tempo e resistenza alle penalizzazioni
Una buona gestione dei contenuti YMYL non mette semplicemente al riparo da penalizzazioni: offre una forma di stabilità implicita del progetto nel lungo periodo. Mentre molti siti vanno incontro a oscillazioni improvvise dopo aggiornamenti di core algorithm o revisioni su E-E-A-T, i progetti che già presidiano con cura l’area YMYL tendono a mantenere performance più costanti.
Questa “resistenza organica” non deriva solo da un miglioramento del contenuto, ma da una miglioria complessiva nella comunicazione qualitativa del sito: chiarezza nelle firme, aggiornamenti dichiarati, informazioni strutturate per segmenti di lettura diversi. Quando questi elementi sono integrati nella strategia, diventano un fattore anticipatorio: il sito risponde in anticipo alle aspettative di qualità, riducendo il rischio di retrocessioni improvvise o deindicizzazione parziale.
In molti casi, la gestione attenta di contenuti YMYL ha prodotto anche un effetto collaterale positivo: un riposizionamento autoriale di tutto il progetto, che diventa più affidabile per Google anche in ambiti che non rientrano direttamente nella categoria ad alto rischio.
FAQ: domande frequenti e chiarimenti necessari su YMYL
I contenuti sensibili sollevano questioni specifiche, difficili da affrontare in modo generico. Chi gestisce un progetto editoriale che tocca anche solo marginalmente aree legate alla salute, alla finanza o alla sicurezza si trova spesso di fronte a dubbi concreti, operativi o strategici, che non sempre trovano risposta diretta nelle linee guida ufficiali.
In questa sezione raccogliamo alcune delle domande più frequenti (e significative) che emergono lavorando sull’universo YMYL. Sono interrogativi comuni tra chi si occupa di scrittura SEO, contenuti branded, informazione generalista o verticalità specialistiche. Non sono questioni teoriche: ciascuna ha riflessi reali sulla pubblicazione, l’ottimizzazione o la gestione dei progetti editoriali esposti a rischio.
- Cosa significa YMYL secondo Google?
YMYL (Your Money or Your Life) è una classificazione introdotta da Google per indicare i contenuti che possono influenzare il benessere, la salute, la sicurezza o la stabilità economica di chi legge. Non è un’etichetta tematica fissa, ma una valutazione basata su funzione, impatto potenziale e fiducia che l’utente ripone nell’informazione.
- Come faccio a capire se un contenuto rientra nel perimetro YMYL?
Bisogna subito verificare se la pagina può condizionare decisioni su salute, finanze, questioni legali o sicurezza. Se anche un’inesattezza minore potrebbe generare danni, quella pagina va trattata come YMYL. Non conta l’intento dell’autore, ma l’effetto potenziale su chi legge.
- Google penalizza un contenuto YMYL se non è perfetto?
Non richiede la perfezione, ma pretende trasparenza, accuratezza e chiarezza. I segnali che contano sono quelli che indicano qualità sistemica: firma, datazione, fonti, tono prudente, scopo benefico. Un contenuto “corretto ma opaco” può ricevere una valutazione negativa.
- Serve un autore esperto per pubblicare contenuti YMYL?
È altamente consigliato. Se il contenuto fornisce indicazioni prescrittive (anche soft) su materie delicate, serve una firma verificabile o almeno una revisione da parte di un esperto. In alternativa, è necessario che risulti evidente che si sta riportando un’esperienza personale, non offrendo guida o consulenza.
- I siti generalisti possono trattare tematiche YMYL?
Sì, ma con attenzione. Il contenuto deve essere costruito in linea con gli standard qualitativi richiesti e il sito deve presentare coerenza editoriale tra ciò che pubblica e ciò che dichiara di essere. Non è tanto la natura del sito a contare, quanto il modo in cui presenta l’informazione.
- Google esclude i contenuti YMYL dai risultati AI Overview e snippet?
No. Anzi: premia i contenuti YMYL di alta qualità selezionandoli per box visivi, featured snippet e risposte dirette. Ma lo fa solo se la pagina rispecchia criteri molto più severi: struttura impeccabile, E-E-A-T visibile, fonti autorevoli, aggiornamento recente e beneficio per l’utente esplicito.
- Anche una recensione di prodotto può diventare YMYL?
Sì, se influenza decisioni legate a denaro, salute o sicurezza. Una recensione su un integratore alimentare o un dispositivo medico, ad esempio, dev’essere trattata come contenuto YMYL. Anche suggerimenti “innocui” su servizi finanziari, piani pensionistici o modalità di pagamento possono rientrare nell’area sensibile.
- Cosa si intende per beneficial purpose? Quanto è importante?
È lo scopo utile per cui una pagina viene creata. Non basta informare: bisogna dimostrare che la pagina è pensata per aiutare l’utente nel risolvere un problema o orientarsi in un tema. Google lo considera uno dei criteri principali nella valutazione complessiva della qualità di una pagina YMYL.
- Se ho contenuti YMYL scritti male, conviene rimuoverli?
È un’opzione possibile, ma non sempre la più efficace. Se si tratta di contenuti aggiornabili o migliorabili, è preferibile intervenire per renderli più solidi. Google preferisce la manutenzione al taglio drastico, quando ci sono le condizioni per farlo con competenza.
- L’E-E-A-T è un fattore di ranking diretto?
No, tecnicamente non è un segnale algoritmico diretto. Ma lo è indirettamente: Google modella l’algoritmo sulla base di queste valutazioni di qualità. Se una pagina non dimostra esperienza, competenza, autorità e affidabilità nei contenuti YMYL, è comunque penalizzabile.
- La reputazione dell’autore influisce sul contenuto?
Sì. Google analizza non solo il contenuto, ma anche chi lo scrive e in quale contesto. Autori senza bio, senza profili professionali o con segnalazioni negative influenzano la percezione qualitativa della pagina. Una reputazione solida, invece, può rafforzare i segnali positivi di qualità.
- Qual è il primo passo pratico per affrontare seriamente i contenuti YMYL?
Stabilire un processo redazionale consapevole. Serve riconoscere quali pagine del sito trattano temi a rischio, mappare le firme coinvolte, introdurre un controllo editoriale e progettare aggiornamenti ricorrenti. È un lavoro a più livelli, ma parte sempre da una domanda iniziale chiara: questa informazione è potenzialmente decisiva per chi la legge?